Grecia Antica: la dignità insieme
si ha (timè) e si deve ottenere (aretè);
Antica Roma: la dignità si
costruisce in fieri, progredendo nel cursus honorum (cariche politiche);
Medioevo e cristianità: l’uomo in
quanto immagine e somiglianza di Dio ha dignità;
Rinascimento: homo faber, l’uomo deve far uso della
libertà e costruirsi il proprio destino;
Illuminismo: la dignità è intrinseca
all’uomo, in quanto possessore di ragione;
Romanticismo: l’uomo è insignificante
di fronte alla natura, deve essere consapevole della propria inferiorità, ma
cercare di sviluppare al massimo le proprie capacità;
Sartre: la dignità dell’uomo
corrisponde alla stretta coerenza delle azioni;
Oggi. Dichiarazione universale
dei diritti dell’uomo: «Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità
e diritti»
(art.1).
Osservando questi diversi contributi, si può riassumere che nel pensiero occidentale la dignità è qualcosa che si ha e che allo stesso tempo si deve
conquistare. H.Hofmann in “La promessa della dignità umana” distingue
due posizioni:
1) Teoria della dotazione: l'uomo in quanto uomo ha dignità (attributo ontologico);
2) Teoria della prestazione: la dignità è risultato dell'agire e dell'autodeterminazione umani.
1) Teoria della dotazione: l'uomo in quanto uomo ha dignità (attributo ontologico);
2) Teoria della prestazione: la dignità è risultato dell'agire e dell'autodeterminazione umani.
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