venerdì 14 giugno 2019

Aretè e timè: Grecia Antica


LA CULTURA GRECA: ILIADE E ODISSEA

L’uomo omerico agisce sempre sul piano dell’azione e della ricerca della gloria. La vita è sempre vista nella prospettiva della morte, quale una serie di conquiste personali volte all’affermazione di sé. È meglio vivere poco e morire gloriosamente, piuttosto che vivere a lungo ma mediocremente. 

I termini greci per tratteggiare il concetto dignità sono tre:
-          Aretè, onore derivante dalle proprie gesta e azioni;
-          Timè, prestigio ereditato dal genos, dalla famiglia di appartenenza;
-          Kleos, gloria tributata a una persona dopo la sua morte.

LA FILOSOFIA GRECA: PLATONE E ARISTOTELE

Passando a una trattazione prettamente filosofica, Platone conferisce all’anima un tratto divino: l’anima ha origine divina, se riesce ad andare oltre la percezione delle cose sensibili, per volgersi al mondo intellegibile. Non si tratta di un’esaltazione della dignità della persona in quanto tale. Infatti l’uomo acquisisce dignità e divinità nella misura in cui perde umanità, si estranea dal mondo tangibile per mezzo della sua razionalità e guarda al mondo delle idee. 

Nemmeno Aristotele giunge a definire un concetto di intrinseca dignità dell’uomo in quanto tale. Vi è continuità con il pensiero platonico: l’uomo è definito il più divino tra gli animali, che può raggiungere livelli di eccellenza attraverso l’esercizio della razionalità, la più alta facoltà di cui è in possesso.

Continua con Etimologia e dignitas romana

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