«L’uomo è, dapprima, un progetto che vive sé stesso
soggettivamente, invece di essere muschio, putridume o cavolfiore; niente
esiste prima di questo progetto; niente esiste nel cielo intelligibile; l’uomo
sarà anzitutto quello che avrà progettato di essere».
(J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, Armando Editore, 2006, p.47)
Con queste parole il filosofo
francese afferma che la dignità umana deriva dal fatto che l’uomo non è predeterminato, ovvero non esiste un’idea di
uomo primitiva che caratterizza ed accomuna l’intero genere umano, ma egli si
definisce nel corso della propria vita. L’uomo all’inizio non è niente, si
trova, “sorge” nel mondo e si definisce dopo, ma non in astratto bensì attraverso le proprie azioni e
le proprie scelte.
Questo è il fulcro del pensiero sartriano: la scelta. L’uomo è sempre costretto a scegliere perché anche
il fatto di astenersi diventa esso stesso una scelta. È l’uomo a stabilire che cosa essere, che cosa
diventare. Attraverso le sue scelte il
vile si fa vile e l’eroe si fa eroe; c’è sempre la possibilità di cambiare la
propria situazione.
«L’uomo è condannato ad essere
libero». (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, p.54)
In questa visione la libertà è assoluta, a tal punto che l’uomo, come sostiene Sartre
stesso, è “forzato” ad essere libero. Il peso della libertà è tale che viene
quasi concepito come una condanna dal momento che vengono aboliti tutti i possibili modelli di riferimento. Poiché non
ci sono più valori che possano legittimare una certa condotta né
giustificazioni o scuse, l’uomo è solo,
pienamente responsabile di quanto sceglie.
«Quando
diciamo che l’uomo è responsabile
di se stesso, non intendiamo che l’uomo sia responsabile della sua stretta individualità,
ma che egli è responsabile di tutti
gli uomini». (J.P. Sartre, L’esistenzialismo
è un umanismo, p.48)
Per di più colui che sceglie, non
assume un impegno solo per sé, ma diventa un legislatore per tutta l’umanità in
quanto ogni decisione ha una ricaduta sugli altri. Infatti in ogni progetto,
per quanto individuale esso sia, vi è un’universalità poiché scegliendo ognuno contribuisce a costruire il
concetto universale di uomo. L’uomo decide di ciò che lui stesso e di
ciò che sono gli altri.
«Tu
sei libero, scegli, cioè inventa». (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, p.59)
Infine, in questo risiede la dignità: nell'evitare quello che Sartre stesso definisce "mala fede", vale a dire il comportamento di colui che si rifugia dietro scuse, illusioni, un presunto determinismo. Infatti, l'atteggiamento di buona fede, e quindi dignitoso, risiede nella stretta coerenza delle proprie decisioni e dei propri atti. Già Pico della Mirandola aveva accostato il concetto di dignità con l'esercizio della libertà. Sartre, sulla scia di ciò, individua la dignità quale frutto coerente dell'agire umano, della possibilità di inventare e creare se stessi.
Infine, in questo risiede la dignità: nell'evitare quello che Sartre stesso definisce "mala fede", vale a dire il comportamento di colui che si rifugia dietro scuse, illusioni, un presunto determinismo. Infatti, l'atteggiamento di buona fede, e quindi dignitoso, risiede nella stretta coerenza delle proprie decisioni e dei propri atti. Già Pico della Mirandola aveva accostato il concetto di dignità con l'esercizio della libertà. Sartre, sulla scia di ciò, individua la dignità quale frutto coerente dell'agire umano, della possibilità di inventare e creare se stessi.
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