venerdì 14 giugno 2019

Sartre, L'esistenzialismo è un umanismo


«L’uomo è, dapprima, un progetto che vive sé stesso soggettivamente, invece di essere muschio, putridume o cavolfiore; niente esiste prima di questo progetto; niente esiste nel cielo intelligibile; l’uomo sarà anzitutto quello che avrà progettato di essere». (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, Armando Editore, 2006, p.47)

Con queste parole il filosofo francese afferma che la dignità umana deriva dal fatto che l’uomo non è predeterminato, ovvero non esiste un’idea di uomo primitiva che caratterizza ed accomuna l’intero genere umano, ma egli si definisce nel corso della propria vita. L’uomo all’inizio non è niente, si trova, “sorge” nel mondo e si definisce dopo, ma non in astratto bensì attraverso le proprie azioni e le proprie scelte.

«Il vile si fa vile, l’eroe si fa eroe».  (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, p.65)

Questo è il fulcro del pensiero sartriano: la scelta. L’uomo è sempre costretto a scegliere perché anche il fatto di astenersi diventa esso stesso una scelta. È l’uomo a stabilire che cosa essere, che cosa diventare.  Attraverso le sue scelte il vile si fa vile e l’eroe si fa eroe; c’è sempre la possibilità di cambiare la propria situazione.

«L’uomo è condannato ad essere libero».  (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, p.54)

In questa visione la libertà è assoluta, a tal punto che l’uomo, come sostiene Sartre stesso, è “forzato” ad essere libero. Il peso della libertà è tale che viene quasi concepito come una condanna dal momento che vengono aboliti tutti i possibili modelli di riferimento. Poiché non ci sono più valori che possano legittimare una certa condotta né giustificazioni o scuse, l’uomo è solo, pienamente responsabile di quanto sceglie. 

«Quando diciamo che l’uomo è responsabile di se stesso, non intendiamo che l’uomo sia responsabile della sua stretta individualità, ma che egli è responsabile di tutti gli uomini».  (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, p.48)

Per di più colui che sceglie, non assume un impegno solo per sé, ma diventa un legislatore per tutta l’umanità in quanto ogni decisione ha una ricaduta sugli altri. Infatti in ogni progetto, per quanto individuale esso sia, vi è un’universalità poiché scegliendo ognuno contribuisce a costruire il concetto universale di uomo. L’uomo decide di ciò che lui stesso e di ciò che sono gli altri.

«Tu sei libero, scegli, cioè inventa».  (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, p.59)

Infine, in questo risiede la dignità: nell'evitare quello che Sartre stesso definisce "mala fede", vale a dire il comportamento di colui che si rifugia dietro scuse, illusioni, un presunto determinismo. Infatti, l'atteggiamento di buona fede, e quindi dignitoso, risiede nella stretta coerenza delle proprie decisioni e dei propri atti. Già Pico della Mirandola aveva accostato il concetto di dignità con l'esercizio della libertà. Sartre, sulla scia di ciò, individua la dignità quale frutto coerente dell'agire umano, della possibilità di inventare e creare se stessi. 

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