venerdì 7 giugno 2019

Pico della Mirandola, Oratio de hominis dignitate

Pico della Mirandola, scrittore rinascimentale, autore dell’Oratio de hominis dignitate. Egli mette l’uomo in relazione alle creature a lui superiori e a lui inferiori, nel senso che l’uomo è «familiare a quelle superiori» e «sovrano di quelle inferiori». L’uomo, perciò, è un essere che si pone a metà tra la bestia e dio. Egli, quindi, quale opera della creazione e caratterizzato da una natura indefinita, è capace di scegliere fra il bene e il male, di degenerare fra le cose inferiori oppure di elevarsi alle cose divine. 

In sostanza, Pico della Mirandola afferma che l’uomo non ha natura definita perché non gli è necessaria, in quanto dotato di ragione e di libertà. Dunque, è capace di conoscere il bene per irradiazione e partecipazione, ma può anche, per la sua libertà, scegliere di non farsi guidare dalla ragione nella scelta delle azioni da compiere. Tuttavia solo l’uomo che segue il suo intelletto e la sua ragione nell’attività pratica, nella vita esistenziale, eccelle per dignità. L’Oratio, dunque, appare come un’esortazione per l’uomo a operare facendosi guidare dall’intelletto e dalla ragione di cui è dotato per sua natura.

Nessun commento:

Posta un commento