Da sempre, nel corso dei secoli, l'uomo è stato definito faber. La sua dignità risiede anche nel fare, nel plasmare, in riferimento a due accezioni:
- Homo faber di se stesso, del proprio destino, degli eventi;
- Homo faber di prodotti della tecnica, per mezzo della quale può modificare la materia.
Se si identifica "arte" con la techne dei Greci, si potrebbe modificare la citazione in "la tecnica e la morale hanno in comune la creazione e l'invenzione". Ecco che così ben si riassumono le due posizioni precedenti e si apre la strada all'ingegneria, la disciplina per antonomasia in cui l'uomo può esprimere il suo essere faber.
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