giovedì 6 giugno 2019

Mappa concettuale: scelta <--> morale <--> dignità

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SCELTA <--> MORALE <--> DIGNITÀ

In Sartre la scelta e la morale sono strettamente legate. Egli nega l’esistenza di una morale assoluta a cui l’uomo possa fare riferimento, anzi, la morale è costruita dall’uomo nel corso della sua vita in base alle sue scelte.

«Tu sei libero, scegli, cioè inventa. Nessuna morale generale ti può indicare ciò che è da fare, non vi sono segni pregiudiziali nel mondo» . (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, p.59).

È quindi chiaro come sia l’uomo a dover inventare la propria morale e che nel farlo egli sarà libero, ma dovrà scegliere una condotta che sia rispettosa degli altri e della loro libertà per fare sì che la morale che sta costruendo possa effettivamente tutelare la dignità dell’uomo.

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SCELTA <--> DIGNITÀ

La scelta è forse il concetto che di più è stato legato alla dignità da Sartre.

«L’uomo è soltanto, non solo quale si concepisce, ma quale si vuole, […] non è altro che ciò che si fa. […] Ma che cosa vogliamo dire noi, con questo, se non che l’uomo ha una dignità più grande che non la pietra o il tavolo? » (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, p.47)

Con queste parole il filosofo evidenzia come la caratteristica imprescindibile della dignità umana è la possibilità dell’uomo di scegliere come essere, il suo non essere definito a priori grazie alla possibilità di definirsi nel corso della propria vita con le proprie azioni e, appunto, le proprie scelte.

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RISPETTO <--> SCELTA <--> LIBERTÀ

Dalle considerazioni di Sartre, è possibile evidenziare uno stretto dualismo tra i concetti di scelta e rispetto, infatti le scelte di un individuo devono basarsi sul rispetto degli altri per assicurarsi la propria libertà.

In questo modo la scelta potrà essere totalmente libera, poiché non sarà vincolata da nessuna restrizione, ma allo stesso tempo la libertà della scelta dell’uomo si rivela anche un pesante fardello da trasportare. Infatti per Sartre non è possibile avvalorare le proprie scelte con nessun valore assoluto di nessuna natura e quindi l’uomo è l’unico responsabile delle proprie scelte, che egli ha preso liberamente.

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LIBERTÀ <--> RISPETTO <--> DIGNITÀ

Questi tre concetti sono strettamente legati tra loro nell’opera di Sartre poiché la libertà di un uomo deve necessariamente essere rispettosa della libertà degli uomini che lo circondano per essere davvero piena. Quindi non è possibile calpestare la libertà di un altro individuo in nome della propria libertà, poiché così facendo si andrebbe a intaccare la certezza della propria libertà ed il suo valore.

«E, volendo la libertà, scopriamo che essa dipende interamente dalla libertà degli altri e che la libertà degli altri dipende dalla nostra». (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, p.74)

Da queste parole si capisce che non è possibile essere liberi privando altri della libertà. Quindi è necessario rispettare gli altri individui e la loro libertà per assicurare la propria. Da questo ragionamento, vediamo che anche il rispetto diventa una componente fondamentale della dignità.

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DIGNITÀ <--> LIBERTÀ

Sartre individua la libertà come un elemento fondamentale della dignità di un individuo, a tal punto che si legge: 

«L’uomo […] non può più volere che una cosa: la libertà come fondamento di tutti i valori». (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, p.74)

Infatti nella propria libertà l’uomo può autodeterminarsi nella maniera che più ritiene opportuna e, quindi, la libertà si rivela essere un punto fondamentale per l’idea di uomo come progetto definito dalle proprie azioni. Infatti, se l’essere umano non fosse libero, non avrebbe senso definire la dignità come frutto delle azioni.

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Dignità: Romanticismo

In netto contrasto con la visione kantiana si pone la concezione romanticistica della dignità. Infatti per il Romanticismo le capacità dell’uomo e l’essere umano stesso è insignificante di fronte alla vastità ed alla potenza soverchiante della natura. Perciò sarebbe una follia sfidare la natura con le capacità umane, dal momento che sarebbe una lotta persa in partenza e priva di alcun significato. 

Tuttavia nemmeno la disperazione e l’abbandono sono, per i romanticisti, posizioni dignitose. Ma se né la sfida né la rassegnazione sono scelte plausibili allora qual è la condotta che il romanticismo considera dignitosa? Ebbene, per questa corrente di pensiero, la dignità dell’uomo consiste nella consapevolezza della propria inferiorità davanti alla natura e, di qui, l’affrontare le situazioni non con la presunzione della sfida, nella folle illusione di poter prevalere, e nemmeno nella rassegnazione dell’inattività, ma nel confrontarsi con esse con il massimo delle proprie capacità, consapevoli della propria inferiorità.

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Etimologia e dignitas romana

Dal latino dignitas = merito, capacità, valore, dignità, autorità, prestigio, stima, considerazione.
 
Nella cultura latina, la dignitas assume una particolare connotazione sociale e politica, con diretto riferimento al possesso di cariche pubbliche. L’uomo romano, man mano progredisce nel cursus honorum, è sempre più considerato dignus, dal grande merito e dalle spiccate capacità, meritevole di stima e prestigio. Dunque la dignitas è la qualità essenziale degli uomini politici, a tal punto che Cicerone afferma di dovere il consolato solamente alla sua dignitas.

Statua di Cicerone a Roma
 
Cicerone, De officiis (I, 106):
E se poi pensiamo all’eccellenza e dignità della natura umana, comprenderemo quanto sia turpe nuotare nei piaceri e vivere nella lascivia e nella mollezza, e quanto invece sia decoroso condurre una vita parca, moderata, seria e sobria. […] Tutti siamo partecipi della ragione e di quella superiorità per la quale ci distinguiamo dalle bestie; da cui deriva l’onesto e il decoro e dalla quale risale la conoscenza del dovere”.  

Cicerone dunque presenta l’uomo come un essere vivente che acquisisce dignità agendo conformemente al dovere. Presenta una dottrina del dovere in cui il concetto della dignità umana viene presentato per la prima volta il tratto distintivo, essenziale della posizione dell’uomo in relazione agli altri essere viventi.

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