Il termine dignità nella cultura cinese può essere tradotto con
l’ideogramma 面子 (“miànzi”), parola cinese composta da 面 “faccia,
viso, superficie” e 子, un suffisso utilizzato in molti
sostantivi cinesi. Questa parola che tradotta letteralmente significa “faccia”,
può essere interpretata con i termini “reputazione” e “status
sociale” per poi essere collegata con i concetti di dignità,
prestigio, autostima, credibilità e rispetto, che un individuo gode
all’interno della società. Il concetto 丢面子 (diu miànzi), ovvero “perdere la faccia” costituisce
una fonte di grande imbarazzo e vergogna per i cinesi.
L’utilizzo della “faccia” non mira tanto alla creazione di un’identità
individuale, quanto ad una collettiva, cioè del proprio ruolo
all’interno della società. Una persona può “perdere la faccia” se perde
la propria tempra, oppure a causa del fallimento nel confronto con altri o di
un atteggiamento sbagliato.
Al contrario la reputazione e il prestigio
che una persona può possedere nei luoghi che frequenta ( lavoro,
scuola, famiglia), secondo la cultura cinese, può essere ottenuta
conseguendo risultati eccellenti al lavoro/scuola, raggiungendo una posizione
economica di rilievo, ma anche possedendo un’auto di valore, degli abiti di
marca o una moglie di bell’aspetto.
Di certo questo particolare aspetto della cultura cinese ha a che fare
con gli insegnamenti di Confucio,
il quale disse:
“Se tu guidi le persone in modo eccellente e le
metti al loro posto attraverso le pratiche rituali, oltre ad instillare in loro
un senso di vergogna, allora esse si comporteranno in modo
armonioso” (Lunyu, II, 3)
In generale, per il cinese "comportarsi in modo armonioso" (quindi dignitoso), , equivale dunque al comportarsi in modo corretto per evitare l'imbarazzo pubblico e "salvare la faccia" o la reputazione.